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ufficio stampa - comunicazione n. 7 del 30.01.2022

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Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Bergamo

Ente sussidiario dello Stato

Newsletter n.7 - 28 Febbraio 2024

Buonasera 

Cara/o Collega,

il recente documento sottoscritto da molti medici di medicina generale della nostra provincia, per segnalare l’insostenibile situazione della categoria profesionale, deve rappresentare, per le istituzioni tutte, un segnale di allarme da non sottovalutare.

Quando l’Ordine, quello di Bergamo in particolare, segnalava queste problematiche ottenendo, per la verità, ampi spazi sulla stampa e sui media, i responsabili della politica e della programmazione si erano limitati a commenti infastiditi. 

 

Non sappiamo da dove siano partite le campagne di stampa, certamente strutturate, contro la categoria. Abbiamo visto i più disparati personaggi, esperti di tutto tranne che di cure primarie, esprimere autorevoli pareri, tutti venati dalla voglia di colpevolizzare i medici di famiglia, magari agitando lo spauracchio della dipendenza, spauracchio risibile: per questa ipotesi servirebbe almeno un 30% di medici in più dell’attuale fabbisogno, quando oggi siamo a un 30% in meno della reale necessità. 


I sindacati medici tutti, a livello nazionale forse troppo disuniti - ma è normale la pluralità delle opinioni e delle visioni - e a Bergamo comunque sostanzialmente concordi, hanno sostenuto con forza le ragioni di una categoria che è stata abbandonata, diffamata e, soprattutto, considerata il ricettacolo di tutti i compiti fastidiosi che il resto del sistema sanitario, non meno depotenziato e ai limiti della resistenza, non riesce a sostenere.


La situazione è poi precipitata con la burocrazia dei tamponi, delle scuole, delle quarantene, degli isolamenti e, persino, delle certificazioni di esonero / differimento dell’obbligo vaccinale, con i conseguenti attacchi verbali quando non fisici. 
E siamo arrivati al paradosso di trasferire ad altri soggetti, pur encomiabilmente impegnati, compiti propri del medico (basti pensare alle vaccinazioni) pur di lasciare i medici ad occuparsi delle scartoffie.

 

I medici di famiglia, come tutti i medici, non sono gente abituata a protestare, a scioperare, a farsi vedere: lavorano e curano i loro pazienti e - ricordiamoci - per questo anche alcuni di loro hanno pagato con la vita.

Ma adesso la situazione è esplosa. 


Prestiamo attenzione però agli effetti collaterali o, meglio, alla furbizia della politica. 
Quando si sente esprimere soddisfazione (come riportato dalla stampa) per l’istituzione di una linea telefonica informativa per i medici e per la modifica di una pagina web del sito di Ats, oltre alla creazione di “tavoli di lavoro” per discutere dei massimi sistemi, certamente non riformabili a Bergamo, dovrebbe piuttosto crescere una certa preoccupazione, quella che con qualche pannicello caldo si corra il rischio di delegittimare non tanto l’Ordine, che ha altre funzioni pubbliche di tutela della professione più che dei professionisti, bensì le organizzazioni sindacali, proprio alla vigilia di una trattativa difficile e importante sulla ormai improcrastinabile riforma dell’area.


Il grido d‘aiuto dei colleghi deve trovare il sostegno nelle organizzazioni sindacali evitando percorsi “alternativi” che rischiano piuttosto di indebolire ulteriormente la categoria.
Certamente si tratta di un segnale forte per i sindacati: se non sapranno raccogliere la richiesta di aiuto, in una logica di democrazia rappresentativa, ma attenta alla comunicazione bidirezionale con i professionisti che rappresentano, difficilmente riusciranno a fare il loro lavoro per tutelare i professionisti.
E se ciò non dovesse riuscire, ne faranno le spese in primo luogo i cittadini, che si ritroveranno in una bellissima casa della comunità, senza più il loro medico.

 

dott. Guido Marinoni

Presidente Omceo Bergamo

 

 


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