LANCET COUNTDOWN 2023: SALUTE E CAMBIAMENTI CLIMATICI
(a cura di Antonio Bonaldi)

Lo scorso 12 dicembre si è conclusa a Dubai la Conferenza annuale delle Nazioni Unite sul clima (COP28) dove, per la prima volta, la salute è stata uno dei principali temi in discussione.

Da ormai qualche anno, in vista di questo evento il Lancet Countdown’s Scientific Advisory Group, pubblica uno speciale Rapporto tecnico, realizzato in collaborazione con 52 istituzioni accademiche internazionali, allo scopo di verificare l’andamento del clima e il grado di attuazione degli impegni sottoscritti dagli Stati per contenere la temperatura media globale del pianeta entro 1,5°C rispetto ai valori preindustriali (1).
A causa delle attività umane, si legge nel Rapporto, il 2023 è stato l’anno più caldo degli ultimi 100.000 anni ed ha registrato una serie di eventi catastrofici, ondate di calore, inondazioni e siccità che il riscaldamento terrestre ha reso più intensi e più frequenti e che hanno colpito soprattutto i Paesi più poveri, quelli, peraltro, meno responsabili della crisi climatica. E siamo solo all’inizio.
Infatti, nonostante i molteplici, chiari segnali di peggioramento e i continui avvertimenti che giungono dalla scienza, le misure finora adottate per diminuire le emissioni di anidride carbonica restano inadeguate. I dati ci dicono che stiamo andando in direzione opposta alle aspettative e che di questo passo, entro la fine del secolo, la temperatura globale terrestre salirà fino a 2,7°C rispetto ai livelli pre-industriali. Un valore che va ben oltre la soglia di 1,5° fissata dagli accordi di Parigi del 2015 e che potrà avere ripercussioni catastrofiche sull’ambiente, sulla fauna e sulla vita dell’uomo.
In effetti, contrariamente alle aspettative, nel 2022 le emissioni di CO2 associate alla produzione di energia sono cresciute dello 0,9% e le Compagnie petrolifere hanno superato del 62% il livello concordato di emissioni. Paradossalmente, inoltre, le stesse Compagnie hanno aumentato del 10% gli investimenti sui combustibili fossili, mentre per lo sviluppo delle energie rinnovabili hanno destinato una quota insignificante dei loro investimenti: circa il 4%.

Alcune strategie dovrebbero essere perseguite con più determinazione dato che agiscono in modo benefico su più fronti. È il caso, per esempio dei trasporti, la cui fonte di energia deriva tuttora per il 95% dai combustibili fossili. Di fatto, l’elettrificazione dei trasporti, l’uso dei mezzi pubblici e soprattutto gli interventi che incoraggiano la “mobilità dolce”, oltre che diminuire le emissioni di gas clima-alteranti, hanno un impatto immediato sulla salute fisica e mentale delle persone. Muoversi a piedi o in bicicletta migliora, infatti, la qualità dell’aria, favorisce l’esercizio fisico e riduce gli incidenti stradali.
Lo stesso discorso vale per la produzione di carni rosse e latticini da cui deriva il 57% delle emissioni legate all’agricoltura, che a sua volta è responsabile di circa il 30% di tutte le emissioni di gas clima-alteranti. Anche in questo caso l’adozione di regimi alimentari prevalentemente vegetariani e orientati al consumo di prodotti locali e stagionali può conseguire il duplice risultato di tutelare l’ambiente e ridurre il rischio di malattia conseguente al modo poco salutare di mangiare.

Comunque, qualche incoraggiante segno di progresso c’è stato. Per esempio, sebbene l’80% dell’energia prodotta nel 2022 sia tuttora legata ai combustibili fossili, nello stesso anno il 90% della crescita dell’energia elettrica è stato garantito da fonti rinnovabili, soprattutto sole e vento.
Inoltre, la comprensione delle connessioni sistemiche tra attività umane, clima e salute sta crescendo rapidamente. Su questi temi nel 2022 sono stati pubblicati più di 3.000 articoli scientifici e in generale la consapevolezza degli amministratori e del pubblico è aumentata.

Alle dichiarazioni d’intenti devono però corrispondere adeguati finanziamenti e seguire fatti concreti, immediati, visibili ed efficaci. La dipendenza dai combustibili fossili, ci ricorda Tedros Ghebreyesus, Direttore generale OMS, non è solo un atto di vandalismo ambientale. Dal punto di vista sanitario, è un atto di auto-sabotaggio.
Oggi, abbiamo le conoscenze, le tecnologie e le risorse necessarie per garantire un mondo sostenibile per tutti, ma non c’è più tempo da perdere. I professionisti della salute e i medici in particolare hanno un ruolo fondamentale nel combattere la disinformazione sulle cause dei cambiamenti climatici e sui possibili rimedi e devono adoperarsi affinché le azioni per proteggere l’ambiente, gli ecosistemi e la biodiversità siano poste al centro dell’interesse della comunità e dei singoli cittadini.

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Bibliografia
1. The 2023 report of the Lancet Countdown on health and climate change: the imperative for a health-centred response in a world facing irreversible harms. Published Online November 14, 2023. Clicca qui per scaricarlo


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