GREEN NEPHROLOGY E ECO-DIALISI: ANCHE LA NEFROLOGIA SI FA VERDE
a cura di Antonio Bonaldi,
in collaborazione con Franco Bergesio, Marco Lombardi, Anna Maria Ciciani
- Società Italiana di Nefrologia, Gruppo di Progetto “Green Nephrology e contrasto al cambiamento climatico(1) -

 

A causa del forte consumo di energia e di acqua, della grande quantità di rifiuti prodotti e dei viaggi dei pazienti, la nefrologia e in particolare la dialisi, rappresenta una delle specialità mediche con la maggiore impronta ecologica. Da qui lo stimolo per la comunità nefrologica di ridurne l’impatto ambientale attraverso scelte cliniche più sostenibili ed un uso più responsabile delle risorse.
A questo scopo, nel 2020, la Società Italiana di Nefrologia pubblicava la sua posizione ufficiale in tema di sostenibilità: “Green nephrology and eco-dialysis: a position statement by the italian Society of Nephrology”(2), ponendo particolare attenzione alle iniziative capaci di ridurre il volume dei rifiuti e contenere il consumo di acqua e di energia.

Iniziative per migliorare la sostenibilità
Scelte di natura clinica: in primo luogo si possono adottare soluzioni volte a ridurre/adeguare la scelta dialitica alle necessità cliniche dei pazienti come la dialisi incrementale. Quest’ultima, sia nel caso di emo che di peritoneo-dialisi, prevede un inizio un poco anticipato, con un andamento progressivo meno “aggressivo” dell’approccio tradizionale. Nel caso dell’emodialisi, ad esempio, s’inizia il trattamento in uno stadio meno avanzato dell’insufficienza renale, con una sola seduta settimanale, per poi incrementare il ritmo secondo la necessità.
Analogamente nel caso della dialisi decrementale si riducono il ritmo e l’intensità delle sedute dialitiche sulla base delle caratteristiche cliniche ed emodinamiche del paziente.
L’adozione di diete ipoproteiche, comprese quelle vegetariane, contribuisce a rallentare la progressione verso la dialisi, oltre che ridurre l’impronta ecologica associata alle terapie(2).
Separazione dei rifiuti: ogni trattamento dialitico produce mediamente da 1,5 a 8 kg di rifiuti(3). Una notevole riduzione dell’impatto ambientale dei rifiuti si può ottenere attraverso un’attenta separazione dei rifiuti contaminati da sangue e liquidi biologici (da smaltire come rifiuti speciali a rischio infettivo o mediante sterilizzazione e compattazione “in loco”), da quelli potenzialmente riciclabili (imballaggi di carta, cartone e plastica, sacche per la dialisi peritoneale), da avviare allo smaltimento come rifiuti urbani.
Riduzione della plastica: minimizzare l’impiego di materiale monouso e favorire il riciclo. Per esempio, ove possibile, sostituire i recipienti in plastica contenenti concentrato acido per il bagno dialisi, attraverso la distribuzione dell’acido mediante un impianto centralizzato. Questo sistema comporta anche il risparmio di grandi quantità di acqua (necessaria per la produzione delle sacche di plastica) e di energia legata alla loro movimentazione.
Risparmio di acqua: la dialisi consuma un’enorme quantità di acqua (circa 500 litri per una seduta di 4 ore), pertanto il risparmio idrico è forse l’aspetto dove maggiori sono le opportunità di miglioramento. A questo riguardo si possono adottare impianti ad osmosi inversa che recuperano fino all’80% dell’acqua impiegata per la preparazione del bagno dialisi, impiegare dispositivi “Ecoflow” che permettono di adeguare il flusso del bagno dialisi al flusso del sangue del paziente, utilizzare l’acqua di scarto dell’osmosi per altri scopi: servizi igienici, produzione di vapore, irrigazione di giardini(2,3).
Risparmio di energia: oltre alle consuete misure di contenimento dei consumi energetici è fortemente raccomandato rifornirsi con energia proveniente da fonti rinnovabili.
Riduzione dei viaggi: il trasporto dei pazienti contribuisce in modo rilevante all’impronta carbonica delle attività nefrologiche. Quando appropriato va sempre considerata la possibilità di avvalersi di consultazioni on-line.
Il compito di ridurre l’impatto ambientale della dialisi non deve essere considerato come un “optional” rispetto alle pressanti esigenze cliniche dei pazienti. Ognuno deve acquisire la consapevolezza che con le proprie decisioni quotidiane può contribuire a rendere più sostenibile il servizio sanitario, salvaguardando così la salute delle persone e del pianeta(4).
Analogamente i fornitori devono impegnarsi a sviluppare tecnologie a risparmio energetico e a realizzare prodotti ecosostenibili, secondo i principi dell’economia circolare.

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1. https://greennephrology.sinitaly.org.
2. Piccoli GB et al: Green nephrology and eco-dialysis: a position statement by the Italian Society of Nephrol 33:681-698 2020.
3. Barraclough KA et al: Green nephrology. Nature Rev Nephrol 16(5) 257-268, 2020.
4. Vanholder RV et al: The European Green Deal and nephrology: a call for action by the European Kidney Health. Nephrol Dial Transplant (2023) 38: 1080–1088. https://academic.oup.com/ndt/article/38/5/1080/6575047


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(Oggetto: Pillole Green)